Un’edizione dinamica, nuova nel format e nella comunicazione ma che ha ancora una volta centrato il segno con una nutrita platea d i buyers e visitatori giunti da ogni parte del mondo per scoprire le tendenze della moda sposa della prossima stagione. “Come ogni anno, mi ritengo soddisfatta e felice dei risultati che riusciamo a raggiungere qui a Sì Sposaitalia. È un grande orgoglio poter ammirare i corridoi pieni di visitatori. Abbiamo messo su manifestazione rinnovata già dal layout. Abbiamo affidato la comunicazione di questa edizione ad un’illustrazione di Jacopo Ascari che ha unito le nostre due anime, Milano, che è il luogo che ospita la manifestazione e la sposa, che in una veste audace si appresta a vivere il giorno più bello della sua vita”. Sono le dichiarazioni di Elena Jemmallo, exibition manager di Sì Sposaitalia Collezioni.

Un parterre internazionale di ospiti si è susseguito dal 5 al 8 Ottobre presso la sede di Fiera Milano City, scenario dell’evento. 70 hosted VIP buyer, selezionati dal Team Incoming Buyer provenienti da 23 Paesi, con una maggiore rappresentanza da Asia (Giappone, Corea del sud, Hong Kong, Cina e Singapore) Europa (Grecia), Medio Oriente (Emirati Arabi), Nord America (USA) e con presenza anche dal Sudafrica si sono aggiunti agli operatori spontanei provenienti da tutto il mondo. Segno che anche per il 2024, Sì Sposaitalia Collezioni si conferma come punto di riferimento per il business internazionale del settore bridal nonché motore e attrattore per i compratori da ogni parte del mondo. Il made in Italy trova, grazie a questo segmento della moda, accaniti estimatori non sono Dall’Europa ma anche oltre Oceano, dal Giappone, da Singapore, passando per Emirati Arabi, Sudafrica e Usa.

Non è stata solo l’internazionalità a contraddistinguere il salone della bridal couture meneghino. “Sì Sposaitlia nasce come incontro tra i retailer e i designer ma negli ultimi anni ci siamo convinti di quanto sia necessario avere delle personalità quali wedding planner ed influencer in grado di influenzare e indirizzare le idee delle spose. Quindi porte aperte a tutti gli operatori del settore”, continua ancora la manager dell’evento.

Ma cosa sarà di tendenza la prossima stagione? Per le spose, c’è un’assoluta voglia di brillare, di splendere ed essere protagoniste del proprio giorno indimenticabile. Spazio quindi a tessuti luminosissimi e sparklig in  grado di accontentare quella sensazione di divismo che attraversa la sposa nel giorno del sì. Un allure che viene fuori da silhoutte lineare che accompagnano il corpo e mostrano tutta l’audacia della bride to be o tutto al contrario le dimensioni fanno very big quando si tratta di abiti principeschi capaci di far brillare di luce assoluta la sposa.

Le collezioni 2025 hanno però al loro interno tutti gli elementi per soddisfare a pieno ogni esigenza della sposa. E se da un lato l’orlo delle gonne diventa lungo, lunghissimo, allo stesso tempo di accorcia in maniera evidente con creazioni – molto spesso in pizzo o con gonne dal sapore vintage – decisamente midi in risposta all’esigenza di sperimentare un look after party che possa stupire gli ospiti. Anche rispetto alla scelta dei tessuti la sperimentazione e l’attenzione dalla qualità delle materie prime è una costante delle collezioni. C’è sempre più la voglia di lasciare alle spose qualcosa di unico anche nella scelta delle stoffe. Molto spesso di tratta di tessuti che vengono fuori dalla commistione di più trame dando vita a pizzi e merletti unici e speciali.

Fra i top exhibitors: Elisabetta Polignano che, come da tradizione degli ultimi anni ha dato inizio ai fashion show con la sfilata di apertura, Justin Alexander  presente in fiera tutte le sue linee inclusa Savannah Miller, Peter Langner con una sfilata-evento che ha dato  un significativo contributo al tema della sostenibilità, ma anche Maria Pia Creazioni, Maison Signore, Michela Ferriero, Dalin Italian Atelier, Diamond Couture. Ma il salone del wedding non è solo la passerella di abiti bianchi. Spazio anche alle anticipazioni delle collezioni 2025 dedicate allo sposo: ciò che primeggia in questo caso è la sartorialità tipicamente italiana. Le maison vogliono un uomo stiloso e di carattere, in grado di ponderare le sue scelte e optare per i modelli e i colori che maggiormente si legano alla sua personalità e perché no, giocare con i colori della moda.

 

Riflettori puntati anche sulle aree speciali protagoniste di questa nuova edizione a partire da Unconventional Pop-Up che ha accolto una selezione di brand di nicchia ed emergenti, in chiave bridal&accessories, interamente dedicata al total look della sposa moderna e contemporanea e pensata per chi è alla ricerca di nuove proposte per la propria boutique. Qui abbiamo toccato con mano le inedite creazioni di Avaro Figlio, ALWSchic Milano, Bovina Fiori, Dalma Denes, Ferdinando Concept, Milan & L’Amour, Myoh Jewelry, Romina Guerrera, Sara Radice Atelier, Terry Saponaro, Vaida Design, Flavia Flaming, Derani Milano, Elodie Brides e Petali.

 

In questo caleidoscopio di colori, tessuti e dimensioni, ben si inseriscono le influenze giovanili e fresche degli studenti dello IED di Milano che sono stati protagonisti del progetto di upcycling in chiave bridal. Al centro il tema della sostenibilità, che unisce moda e formazione con l’obiettivo di trasformare gli abiti da sposa in capi casual attraverso l’upcycling, seguendo la filosofia del “Buy less, choose well, make it last” di Vivienne Westwood. Dieci studenti del Master in Fashion Design dello IED, coordinato dalla docente Marina Spadafora, ambasciatrice di moda etica, hanno preso parte al progetto utilizzando abiti da sposa destinati al macero e realizzanto nuovi capi casual wear esposti nell’area showcase della kermesse. L’abito più rappresentativo, selezionato tra i dieci modelli finali, ha ottenuto un riconoscimento speciale per la sua capacità di reinterpretare l’essenza dell’abito da sposa con una nuova identità, secondo i principi dell’upcycling.

Ecco, dunque, che il voto di Sì Sposaitalia Collezioni è andato al progetto di Attilio Pallagrosi che ha creato un look composto da un pantalone cargo e una stola a cappuccio che richiama gli incubi dei bambini e le loro paure scavando e portando alla luce le sensazioni più profonde. Il progetto è stato scelto per la capacità di “smontare” un abito e attribuire ai diversi pezzi ottenuti un altro valore costruendo un capo lontano dal punto di partenza: una bella visione che guarda a un futuro sempre più sostenibile.

Un’edizione che in quattro giorno ha saputo realizzare le premesse precedentemente poste da Simona Greco, direttore manifestazioni di Fiera Milano: “Per noi la sostenibilità è molto di più una semplice tendenza: è un’importante evoluzione del business che deve porre l’accento sull’attenzione all’ambiente e alle persone ancor più nello specifico, vogliamo promuovere il valore dell’inclusione nel mondo della moda e del bridal per creare nuove tendenze e guidare verso un cambiamento. Si tratta di un’importante sfida che abbiamo il dovere di affrontare per un futuro a lungo termine più responsabile”.