Dal 15 giugno ripartono i matrimoni. La data, tanto attesa, è arrivata e il settore del wedding può tirare un sospiro di sollievo dopo 14 mesi di stop. Una riapertura necessaria alla luce dei dati relativi allo scorso anno quando a causa dei ritardi della definizione del protocollo sono saltati l’85% delle feste di matrimonio su un numero totale di 186mila. Un anno nero per il settore che ha visto svanire il 90% del fatturato: da 10 miliardi a 1 miliardo di euro con 850 mila lavoratori stagionali senza impiego.

Riparti sì ma a quali condizioni?

Green Pass per gli invitati.  Gli invitati potranno partecipare al banchetto di nozze solo previa presentazione della carta verde di avvenuto completamento del percorso vaccinale o del certificato, rilasciato dall’Asl o dal medico di base, di avvenuta guarigione da Covid 19. In alternativa, è possibile effettuare, fino a 48 ore prima, il tampone che attesti la negatività alla contrazione del virus.

Il protocollo: sì ai festeggiamenti al chiuso

Le feste, dove feste è da leggersi del senso più ampio del termine, potranno essere celebrate tanto al chiuso quanto all’aperto. Sarà il Comitato tecnico scientifico (Cts) a definire il numero massimo di partecipanti per gli eventi all’aperto e per quelli al chiuso. Gli operatori sperano che non siano differenti, perché nel caso di pioggia per un evento programmato all’aperto, un differente numero di persone autorizzate potrebbe, ovviamente, creare disagi. Il protocollo già recepito dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome parte dal rispetto delle misure di carattere generale adottate per lo svolgimento dei riti (religiosi e civili), aggiungendo indicazioni integrative che costituiscono indirizzi specifici per i banchetti nell’ambito delle cerimonie come i matrimoni, appunto, o eventi analoghi come prime comunioni e cresime. Nel protocollo, si legge il no al self service, alla distanza dei tavoli raddoppiata che sale a 2 metri per i locali al chiuso, alle mascherine da indossare nei locali chiusi ( ma che sono evitabili all’aperto e dove è possibile mantenere il distanziamento sociale).

Fa il suo ingresso nei ricevimenti il Covid Manager, un dipendente dell’azienda che si occuperà di verificare che siano rispettate tutte le norme stabilite dal protocollo da parte degli ospiti e dei lavoratori della struttura, ponendo particolare attenzione affinché si evitino assembramenti e verificando che le mascherine siano sempre indossate quando previsto (ovvero quando non è garantito il distanziamento, lontano dai tavoli; dovrà raccogliere la documentazione nella fase di pianificazione/preparazione dell’evento e dell’ingresso degli ospiti (elenco partecipanti e loro distribuzione ai tavoli, autodichiarazioni) da conservare per i 14 giorni successivi all’evento. Il responsabile dovrà essere affiancato da personale di supporto al fine di garantire un rapporto tra addetti al controllo e ospiti non inferiore a 1 ogni 50 ospiti. caso si dovessero verificare delle positività, in modo da favorire il tracciamento.

La struttura dovrà predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare durante l’evento. Successivamente alla cerimonia occorrerà mantenere l’elenco dei partecipanti per un periodo di 14 giorni nel Secondo il protocollo già recepito dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, prima della cerimonia occorrerà predisporre per tutti gli invitati una adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare durante l’evento. Successivamente alla cerimonia occorrerà mantenere l’elenco dei partecipanti per un periodo di 14 giorni nel caso si dovessero verificare delle positività, in modo da favorire il tracciamento.

Sì anche al ballo. Sempre secondo quanto stabilito dal protocollo, sarà infatti possibile l’esibizione dei gruppi musicali che dovranno distanziarsi dal pubblico di almeno 3 metri, qualora non provvisti di barriere antidroplets in prossimità del microfono”. Si potrà ballare, “ma solo all’esterno, e dovrà essere garantita una superficie pro capite pari a 1,2 metri quadri”. Gli eventi con ballo in spazi interni “potranno essere organizzati solo in zona bianca quando il quadro vaccinale ed epidemiologico sarà meno preoccupante. In tal caso dovrà essere garantita all’interno una superficie pro capite pari a 2 metri quadri, potenziando il ricambio d’aria dei locali”.

Ma c’è chi dice no.

Molti gli operatori del settore che non sono entusiasti di tale riapertura in quanto avrebbero preferito che la ripartenza fosse fissata al 1 giugno e non tardata di altri 15 giorni. D’altronde per il settore, fermo da 14 mesi, anche 15 giorni sarebbero stati importanti come si evince dalle parole di Serena Ranieri, presidente di Federmep (Federazione matrimoni ed eventi privati), Serena Ranieri: “Ripartire il 15 giugno con green pass e tetto al numero degli invitati si può tradurre banalmente con un invito agli sposi a rinviare per l’ennesima volta le nozze, come sta già accadendo in questi minuti”. Alle sue parole fanno eco quelle di Michele Boccardi, presidente di Assoeventi di Confindustria: “Bene che sia stata fissata la data di riapertura adesso chiediamo che venga individuato come valido il protocollo già recepito dalla Conferenza delle Regioni e chiediamo di non inserire nessuna limitazione numerica al chiuso se non quella basata sulla distanza interpersonale che è già stata ampliata da un metro a due metri”.