Una trasformazione audace e significativa sta riscrivendo i codici estetici dell’abito nuziale. Tradizionalmente rassicurante nelle sue forme e silhouette, e nell’utilizzo di tessuti iconici quali duchesse, mikado, pizzo, arricchito da frange ed elementi in cristallo, il wedding dress sta attarversando una vera e propria rivoluzione cromatica. Le sfumature candide del bianco, che da sempre hanno dominato la scena, lasciano spazio a tonalità più calde come lo champagne, i riflessi del tè o i delicati pastello. Ma la vera novità risiede nell’ascesa prepotente del nero, il “non-colore” per eccellenza, che ha progressivamente guadagnato un posto d’onore nelle palette cromatiche scelte dalle più prestigiose maison internazionali di abiti da sposa.

Storicamente simbolo di lutto e potere, poi riconosciuto emblema di eleganza e classe, e in epoche più recenti espressione di ribellione ed emancipazione, il nero approda ora sulle passerelle degli abiti da sposa, scalzando con determinazione il bianco, colore da sempre associato alla purezza, alla tradizione e alla certezza. Questo fenomeno non è solo una tendenza estetica, ma un vero e proprio sdoganamento di una convenzione radicata che apre a nuove interpretazioni per un’istituzione sacra come quella del matrimonio. Si passa dalla concezione del “non-colore” come errore di moda alla consapevolezza di un’affermazione di stile e potere. È evidente la crescente voglia, da parte dei designer, di sperimentare anche con i “non colori”, riprendendo in parte concetti e tradizioni, come quella tipicamente piemontese di inizio Novecento, che vedevano il nero già presente nell’abbigliamento nuziale.

Le ultime passerelle hanno delineato due principali filosofie di pensiero riguardo l’integrazione del nero nel wedding dress. Un approccio sottile che adotta questa tendenza in maniera discreta e silenziosa.  Vediamo piccole inserzioni di tessuti neri, come velluto e raso, o piccoli fiocchi a contrasto che richiamano guanti in seta. Esempi magistrali di questa interpretazione sono stati ammirati nelle collezioni di Anna Cabanè, Isabel Sanchis e Badgley Mischka. C’è, poi,  chi si spinge decisamente oltre, proponendo creazioni audacemente total black o con il nero come elemento predominante. Veni Infantino, sulla passerella di Barcellona, ha presentato un abito bianco dal sapore romantico grazie all’utilizzo di ricami in pizzo floreale di colore nero, dimostrando come anche un colore così intenso possa sposarsi perfettamente con la delicatezza bridal.

Non mancano, inoltre, le interpretazioni “al contrario”: creazioni quasi interamente nere che utilizzano sprazzi di bianco o elementi luminosi per arricchire di glamour e fascino, incarnando perfettamente l’idea di un sofisticato “second dress” per il grande giorno o un abito da sposa per cerimonie alternative.

Nel panorama delle silhouette, Lorena Panea e Ogadenia mantengono la linea scivolata per l’abito del Sì, sperimentando l’uso di materiali innovativi come il macramè, il tulle o tessuti leggerissimi che accompagnano i movimenti della sposa con eterea grazia. Di tutt’altra impostazione, le creazioni di Serina o Marco & Maria che ripropongono il classico e sontuoso modello da principessa, ma completamente in nero, conferendo un’aura di mistero e drammaticità.

Anche l’Italian Bridal Couture risponde magnificamente a questa rivoluzione, con l’interpretazione magistrale di Elisabetta Polignano che, in occasione dell’ultima edizione di Sì Sposaitalia Collezione, ha presentato tre creazioni che hanno saputo interpretare ognuna a proprio modo questa affascinante evoluzione della moda nuziale.

Il nero, dunque, non è più un tabù nel giorno più bello ma un’affermazione di stile, personalità e una celebrazione della diversità che arricchisce il già variegato universo della sposa contemporanea.